DIVINE BELLEZZE Antifone e mottetti sacri napoletani
DIVINE BELLEZZE, Antifone e mottetti sacri napoletani
musiche di: Leonardo Leo, Nicola Fago, Pietro Marchitelli, Nicola Antonio Porpora
22 Dicembre 2024, Chiesa di Santa Felicita Firenze Ore 21,00
Valeria La Grotta soprano
LA CONFRATERNITA DE’ MUSICI
Cosimo Prontera direttore organo e clavicembalo
Raffaele Tiseo, Federico Valerio violini
Fabio De Leonardis violoncello
Direttore Artistico e musicale: Cosimo Prontera
Programma
Leonardo Leo (1694 – 1744) Trio sonata in Re magg. No 1 Adagio, Allegro tempo comodo [fuga]
Salve Regina antifona in fa magg. per soprano vvll e bc Largo, Allegro, Largo, Allegretto, Largo
Nicola Fago (1677 – 1745)
Purpura decora. Mottetto a voce sola e bc Aria, Recitativo, Aria, Recitativo, Alleluia.
Pietro Marchitelli (1635 – ca 1715)
Sinfonia in sol min. per due vvll e bc
Allegro, Canzona, Adagio, Allegro
Antonio Porpora (1686 -1768)
Clari splendete, o caeli. Mottetto a voce sola con istrumenti Aria, Recitativo, Aria, Recitativo, Alleluia.
DIVINE BELLEZZE, Antifona e mottetti sacri napoletani
musiche di: Leonardo Leo, Nicola Fago, Pietro Marchitelli, Nicola Antonio Porpora
La devozione religiosa delle popolazioni del sud Italia è testimoniata dall’incredibile numero di chiese, cappelle e conventi che già nel Seicento erano annoverate nei taccuini dei molti viaggiatori che fecero visita alla nostra penisola. La passione per la devozione fu incentivata da un alto numero di eventi tragici: guerre, carestie, terremoti. Le pratiche devozionali ed i culti per i santi divengono simbolo di una ricerca di soccorso e di protezione che talvolta le pagine musicali ne registrano una sommessa voce.
I brani scelti, oltre che ad un intrinseco valore spirituale, celano altri elementi significativi. In primis quello storico, in quanto questi brani furono scritti per le Cappelle e per le Confraternite del tempo – istituzioni preposte alle pratiche devozionali; secondo quelli funzionali, in quanto assolvevano al compito di accompagnare il servizio divino appagando la pietà popolare. Contestualmente all’affermarsi della produzione vocale, alla fine del seicento con gli inizi del Settecento, si ha una cospicua attività violinistica. Napoli, avendo sempre più contatti con le diverse realtà culturali e musicali europee, offre sempre più spazi ai musicisti ed in particolar modo all’interno delle principali istituzioni musicali tra le quali la Real Cappella rappresentava la meta ambita da parte di molti. Dovette ricredersi sul valore dei suonatori di strumenti ad arco anche il grande Arcangelo Corelli giunto a Napoli nel 1702 in occasione delle celebrazioni per incoronazione del nuovo sovrano Filippo V. Secondo C. Burney nel suo resoconto (General History of Music), Corelli rimase stupito tanto da non poter immaginare di trovare a Napoli un orchestra che potesse eseguire i suoi concerti anche a prima vista e soprattutto rimase impressionato dalla figura di un certo “Petrillo” capace di superarlo in abilità. Corelli si riferiva a Pietro Marchitelli allora primo violino presso La Real Cappella