Semper Dowland Semper Dolens liuto solo
Can she excuse my wrongs?
If my complaints could passions move
The Earle of Derby galliard liuto solo
A Fancy liuto solo What if a day liuto solo
Go crystal tears
My thoughts are winged with hopes
Solus cum sola liuto solo
Flow my tears Lachrimae liuto solo
Sir John Smith, his Almaine liuto solo
Come again
Now o now I needs must part
Go from my windows liuto solo
I saw my lady wheep
Time stand still
Laura Andreini – soprano
Andrea Benucci – liuto rinascimentale
Le Songs inglesi sono parte integrante di un percorso ideale che, sviluppandosi in Italia a partire dal XVI
secolo, attraversa la cultura musicale europea dando luogo ad un nuovo modo di far musica.
L’idea di fondo che muove compositori e musicisti nella novità di un’esperienza musicale è la ritrovata
necessità di liberare il testo poetico dalle intricate maglie del linguaggio polifonico sentito adesso come un
limite alle capacità espressive del testo stesso.
Pur non affrancandosi subito dalla composizione polifonica a partire dalla seconda metà del XVI secolo
assistiamo prima, nella composizione dei madrigali, ad una netta predominanza della voce superiore per
passare poi, col tempo, a vere e proprie composizioni a voce sola con l’accompagnamento di uno o più
strumenti.
E in quest’ultimo aspetto che la novità si fonde con la tradizione musicale del luogo in cui è adottata
determinando la nascita di esperienze musicali del tutto simili a concezione ma diverse, appunto, per
tradizioni e gusti musicali.
La prima forma di “canzone”, usando il termine nell’accezione moderna, in Inghilterra prende il nome di
“song”.
Tra gli autori principali di questo nuovo genere, paradigmatica per le produzione inglese, fu l’opera del
compositore John Dowland, liutista, del quale presenteremo opere tratte dai primi tre libri di songs per voce e
liuto stampati dal 1597 al 1603 accostati da alcuni dei brani più celebri della sua produzione per liuto solo